Nelle cose importanti, in fondo autodidatta
Nelle cose importanti, in fondo autodidatta. A parte le elementari, fondamentali. Svolte alla scuola all’aperto a tempo pieno Giardinieri, nel centro di Roma, al Celio. Asilo alla Badini, all’Aventino.
Mio padre, da professore, riteneva fosse il caso di farci studiare nelle migliori scuole pubbliche di Roma. Conseguentemente, la mattina presto ci caricava in macchina e ci distribuiva in vari punti strategici della città. Poi proseguivamo a piedi. A me, per esempio, scaricava sotto le mura aureliane all’inizio della Colombo da dove lui girava a sinistra per l’Aventino ed io facevo 700 metri. Per arrivare a Piazzale Numa Pompilio, dove aveva la villa Alberto Sordi.
Alla Scuola Giardinieri ho trascorso anni stupendi. All’aperto senza macchine. A stretto contatto con la natura e con le vestigia romane, di fronte alle Terme di Caracalla. La mattina in classe a studiare ed il pomeriggio lontani dalla TV a giocare a pallone. Dedicando poco tempo allo studio.
Sarei dovuto andare all’Ugo Foscolo, la scuola media al Portico d’Ottavia, ossia al Ghetto. Accadde però che una riforma non consentì più di poter studiare in scuole pubbliche fuori dal distretto scolastico di appartenenza. Dovetti andare, conseguentemente, alla scuola accanto a casa, all’Ottavo Colle. Montezemolo, dal nome del martire delle Fosse Ardeatine.
Ho trascorso 3 anni in un periodo storico burrascoso, quello del rapimento di Aldo Moro, per capirsi. E mi sono molto divertito, essendo stati anche gli anni di Bennato, Venditti, del ritorno dei Beatles.
Purtroppo, il passaggio da una scuola molto libera, come la Giardinieri, ad una scuola con un corpo docente assolutamente inadatto ed inadeguato, è stato traumatico.
Le superiori è un discorso particolare. Erano anni in cui si parlava della necessità di studiare cose pratiche, di non limitarsi al solo nozionismo. Avevo un grande amore per le piante. Espressi il desiderio ai miei genitori di iscrivermi all’Istituto Agrario, all’ITAS Giuseppe GARIBALDI. All’epoca l’unico esistente. I miei genitori erano contrari. Pensavano che dovessi andare al Classico oppure al Conservatorio, dato che studiavo pianoforte. Mi impuntai. Dovetti superare una dura selezione, essendo una scuola a numero chiuso. Capii solo dopo, che tante volte i genitori hanno ragione. E conoscono i figli meglio di come i figli conoscono loro stessi.
In realtà, l’agrario come scuola mi piaceva. Era ed è tuttora una fattoria dentro la città. Ci sono le stalle con le vacche da latte e i tori, le vigne, l’uliveto, la cantina, il frantoio, il fienile, dove di primavera ci si sdraia a prendere il sole. In pratica, una sorta di agriturismo. Si fanno i campi sperimentali, si organizzano i canali per l’irrigazione, si fa la vendemmia.
Ma, soprattutto, l’Agrario era una scuola dove si faceva politica. Avevo accompagnato i miei fratelli più grandi a delle assemblee. Ero rimasto affascinato da quello che avevo visto. Poi, purtroppo, al tutto pubblico politico, niente privato, subentrò il riflusso e mi ritrovai in una scuola molto difficile, con un orario faticoso e più simile ad ingegneria, che all’immagine bucolica e virgiliana di sopra.
Ho studiato con poca convinzione. Occupandomi più di uscire tutte le sere e di conoscere il mondo, per così dire. Molto faticosamente, sono riuscito a uscire, dove, purtroppo, si pensava solo a studiare e non c’erano molti spazi culturali.
Era inoltre una scuola violenta, che mi ha fatto molto rimpiangere l’atmosfera più serena di molte altre scuole. Però mi ha lasciato un diploma di maturità tecnico agraria.
Mi è stato utile come modo di ragionamento: concreto ed efficace. E, ad una certa età, mi piacerebbe andare ad abitare in una bella fattoria nel Chianti. Mettendo a frutto degli studi poi non più “coltivati”.
La mia cultura personale extrascolastica, l’ho creata da autodidatta. Saccheggiando la biblioteca dell’istituto, che era una delle più fornite di Roma.
Altri studi
Durante il periodo scolastico, ho seguito il corso organizzato dall’ONAV Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino. Essendo titolare di maturità tecnico agraria, sono assaggiatore di vino. Con potere di spendere il titolo. Anche se non esercito. Sono inoltre assaggiatore di Olio di Oliva. Avendo seguito il Corso organizzato dalla Camera di Commercio di Roma. Posso far parte dei panel di assaggio il cui superamento consente all’olio di potersi fregiare del titolo di extravergine. Nonostante mi sforzi di fare una dieta vegetariana e vegana, il Ministero delle Risorse Agricole e Forestali mi ha conferito d’Ufficio il diploma di Assaggiatore di Salumi. Fa ridere ma è invece una cosa seria, visto cosa comportano questi prodotti per il comparto agro alimentare italiano. Durante l’università, ho seguito il corso multidisciplinare di diritti dell’uomo, organizzata da Amnesty, ho frequentato due corsi annuali post universitari di perfezionamento, sempre alla Sapienza. Il primo, in Scienze Amministrative, tenuto dal Prof. ROMANO nel ’94 durante la cosiddetta primavera di Cassese. Un periodo in cui sembrava che l’Italia, dopo Mani pulite, potesse cambiare da un momento all’altro. In meglio, non in peggio. Come poi è successo. L’anno dopo, invece, ho seguito il primo corso in Diritto della Responsabilità Civile, ora divenuto Diritto dei Consumatori e della Responsabilità Civile.