- 29 Dicembre 2020
- Posted by: Marinelli
- Categoria: Diritto di Famiglia, Diritto penale
A causa della gravità della Sindrome del bambino scosso e dei suoi effetti traumatici e talvolta fatali, è importante educare i nuovi genitori, infermieri e medici sulla sindrome al fine di prevenire incidenti.
La Sindrome del bambino scosso è una delle forme più gravi di maltrattamento fisico del neonato e del lattante. La maggior parte dei casi si verifica nel primo anno di vita, con una maggior frequenza nei primi sei mesi.
Essa si realizza quando lattanti e bambini piccoli, a causa del loro pianto “inconsolabile” e “intollerabile” apparentemente ingiustificato, e a causa della stanchezza fisica e/o psicologica del genitore o di chi li accudisce, sono afferrati al torace o presi per la parte superiore delle braccia e scossi violentemente e ripetutamente “avanti e indietro”. Così il capo del bambino è esposto a rapidi movimenti di rotazioni e, per le sue grandi dimensioni e poiché la muscolatura del collo non è ancora adeguatamente sviluppata, il contenuto della cavità del cranio o encefalo è sottoposto a una rapida accelerazione e decelerazione.
Da ciò al neonato possono essere provocate lesioni molto gravi, tra cui emorragie nel cervello e nella retina. Quindi, tale forma di maltrattamento può provocare anche la morte o una disabilità neurologica, intellettuale e fisica del bambino.
È un esempio Sindrome del bambino sbattuto il caso di un bambino di quattro mesi che è stato ricoverato nell’unità di terapia intensiva pediatrica dopo che il padre aveva chiamato il servizio medico di emergenza. La radiografia al torace aveva rilevato vecchie fratture costali seriali già consolidate, la risonanza magnetica all’encefalo aveva accertato emorragie, mentre l’esame del fondo oculare aveva invece rilevato numerose emorragie della retina in entrambi gli occhi.
A volte, soprattutto durante i primi mesi di vita, il pianto del bambino può sembrare “inconsolabile”. Ma bisogna prendere in considerazione che l’atto del piangere è l’unico linguaggio di comunicazione di cui il minore dispone e, qualunque sia il motivo di un pianto incessante, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo, perché i danni che ne conseguono potrebbero essere gravissimi.
Per prevenire questa forma di abuso, è bene che i pediatri diano consigli ai genitori su cosa fare e come comportarsi in caso di pianto inconsolabile e su come gestire il proprio stress.
Per qualsiasi chiarimento, informazione e assistenza, rivolgersi al Dott. Cosimo Semeraro 3407938614.
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